

Calano i casi denunciati (326, quasi uno al giorno) di atti intimidatori, minacce e violenza, ma rimane un grande interrogativo sulla cifra oscura, ossia le mancate denunce di attacchi non resi pubblici. Così, un trend apparentemente positivo, suona però come un campanello d’allarme
Il 66% avviene al sud e nelle isole (in crescita Sicilia e Puglia), dove il primo metodo utilizzato sono gli incendi, mentre al centro-nord si utilizzano maggiormente scritte offensive e insulti social.

Colpiti soprattutto gli amministratori dei piccoli Comuni (45% al di sotto dei 20mila abitanti e 21% da 20mila a 50mila abitanti).

Sono questi i punti salienti della presentazione del dodicesimo Rapporto “Amministratori sotto tiro”, curato da Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, l’associazione che realizza progetti, iniziative e corsi di formazione, raccoglie e diffonde buone pratiche amministrative, pubblicha notizie e documentazione aggiornata e che conta oltre 540 enti locali aderenti e 11 Regioni.

Il rapporto documenta le minacce e le intimidazioni subite da sindaci, assessori, consiglieri comunali e regionali di cui l’associazione è venuta a conoscenza tramite i mezzi di comunicazione, le interrogazioni parlamentari e dai propri coordinatori territoriali.

Dopo la presentazione dei dati principali del rapporto a cura di Claudio Forleo, responsabile dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico, sono intervenuti il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà; il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi; il presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana (che ha ospitato l’iniziativa), Vittorio Di Trapani; Andrea Carboni, ricercatore di ACLED e la giornalista Floriana Bulfon. Ha moderato l’evento il giornalista Paolo Borrometi.
