“Ricordati di Ricordare” è l’esito di un laboratorio teatrale di educazione alla legalità promosso da Cooperare con Libera Terra, Libera, Teatro Libero Palermo e il Liceo artistico Catalano di Palermo in ricordo delle vittime innocenti di mafia. L’appuntamento a Bologna è venerdì 29 aprile, alle ore 21, al Teatro Testoni Ragazzi (via Giacomo Matteotti, 16), a seguito dell’assemblea annuale di Cooperare con Libera Terra.
Si tratta di un evento gratuito.
Per partecipare è sufficiente iscriversi qui.
La performance andrà in scena anche al teatro di Meldola (Fc) mercoledì 27 aprile (ore 21) e al teatro Risi di Ravenna giovedì 28 aprile (ore 10.30).
Note di regia
RICORDATI DI RICORDARE
Il lavoro è l’esito di un laboratorio teatrale di educazione alla legalità promosso da Cooperare con Libera Terra, Teatro Libero Palermo e il Liceo artistico Catalano di Palermo. Raccontiamo di uomini e donne che hanno messo la loro vita in prima linea per salvare la speranza di un futuro possibile, raccontiamo esperienze di vita che possono divenire modelli per le nuove generazioni: un viaggio nella memoria che disegna uomini e donne legati da un unico filo rosso che accomuna le loro voci: la lotta alla mafia.
La conoscenza e la cultura sono gli strumenti dei giovani per essere cittadini consapevoli, attivi e responsabili, e la conoscenza parte sempre dallo studio: in uno spazio ipnotico ma concreto, uomini e donne si muovono con i volti chini sui libri: lettori incantati, immersi nelle loro storie, mani che stringono pezzi di vita, occhi lucidi di commozione ma anche di rabbia, bocche che sussurrano, raccontano, denunciano. Le storie e i personaggi vengono evocati da questi libri, a volte come angeli che aleggiano tra i corpi in movimento, altre volte prendono corpo in parole che arrivano come pugnali in chi le ascolta. Come un eterno dialogo di voci e di silenzi, arrivano parole intime, grida rivolte alle coscienze, parole che suscitano una presa di posizione, altre che esortano una speranza di cambiamento possibile, altre che danno corpo ad un’utopia per le nuove generazioni. Ci sono voci che vanno ascoltate, e queste voci hanno bisogno di orecchie che sanno ascoltare. In uno spazio quasi metafisico le vite dei martiri di mafia si incontrano, si intrecciano così come le loro anime, a volte si scambiano le visioni del mondo, come una trasfusione incrociata di sangue versato per uno scopo comune. Altre volte si pongono domande e aspettano risposte, molte delle quali non sono mai arrivate: parole dirette dei martiri uccisi dalla mafia, parole pubbliche ma anche intime e private, parole di chi ha scritto per perpetuarne la memoria, parole di chi ancora oggi attende una verità e reclama giustizia. Ed ecco aleggiare le parole di Pio La Torre e di Placido Rizzotto, che hanno combattuto per la terra. Ricordiamo anche storie meno conosciute come quella di Nicolò Azoti tramite i ricordi della figlia che si incontra con un altro figlio che non ha potuto onorare il padre in vita ma lo farà dopo la morte, il giornalista Mario Francese. E ancora Don Pino Puglisi nell’attimo prima di morire, Rosario Livatino e Peppino Impastato in un dialogo immaginario con la madre Felicia; Giovanni Falcone con le parole strazianti della vedova Schifani e la poesia di Alda Marini, Paolo Borsellino in un immaginario dialogo tra il figlio Manfredi e Rita Atria; Libero Grassi e la sua coraggiosa lettera all’estortore nella sua lotta al pizzo, e ancora tanti altri martiri di cui bisogna parlare. Come scrive Pietro Grasso “Finché la mafia esiste bisogna parlarne, discuterne, reagire. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre più forte, con cittadini sempre meno liberi”. E se per combattere la mafia bisogna conoscerla, il progetto di educazione intrapreso con gli studenti tenta di parlare di mafia alle coscienze dei più giovani, e il teatro si fa strumento per raccontare le storie di chi ha lottato per un futuro senza mafia, diviene strumento per imparare il lavoro di squadra, per ragionare sulla responsabilità individuale e collettiva riguardo a logiche e culture mafiose. La presentazione del lavoro fatto dagli studenti, che ha commosso il pubblico nella sua prima rappresentazione, diventa così un rito collettivo, un incontro tra il teatro e la società civile, per ricordare, per far parlare e reagire. Note di regia di Salvo Dolce La regia è di Salvo Dolce, che ha curato per il Teatro Libero di Palermo il laboratorio teatrale con i 24 studenti della classe 4 E del Liceo artistico Catalano – indirizzo teatro, coadiuvato dal prof. Franco Reina.
Il regista, Salvo Dolce
Per approfondire
La prima restituzione si è svolta a Palermo il 20 novembre 2021