Don Luigi Ciotti e Romano Prodi hanno visitato il bene confiscato di Villa Celestina di Bologna a margine dell’assemblea di Cooperare con Libera Terra.
Lo spazio esterno è stato assegnato in via temporanea a Libera Bologna, che in questi anni ha organizzato, incontri, eventi e percorsi con le classi della città
La storia di Villa Celestina
Villa Celestina viene rilevata per la prima volta nella cartografia dell’Istituto Geografico Militare del 1884: nel sito pedecollinare dove sorge l’attuale Villa, si individua un fabbricato di forma rettangolare, con andamento parallelo alle vicine mura medievali fra porta San Mamolo e Porta Saragozza, mura all’epoca ancora esistenti. Nel 1995, Costa Immobiliare srl di Giovanni Costa, la società proprietaria della Villa e dei suoi fabbricati accessori, richiede la concessione edilizia per il «frazionamento con parziale ristrutturazione dell’edificio ad uso residenziale». La realizzazione della concessione edilizia ha un iter assai travagliato.
Giovanni Costa è stato condannato per il reato di riciclaggio aggravato, a seguito di operazioni finanziarie che, secondo il Tribunale di Bologna, sono state portate a termine anche per conto della famiglia mafiosa dei Montaldo di Villabate. Le operazioni finanziarie per le quali è stato condannato riguardano i proventi illeciti riciclati grazie a numerosi investimenti immobiliari e finanziari dal 1989 in poi.
Nel 2003 il Tribunale di Bologna ha applicato a Giovanni Costa la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno della durata di cinque anni nel Comune di Bologna e ha ordinato la confisca dei beni mobili e immobili, delle quote delle azioni della società. Nel marzo 2013 Giovanni Costa si era reso irreperibile, dopo che erano stati rigettati i ricorsi presentati dal suo legale. È stato arrestato latitante a Santo Domingo nel settembre dello stesso anno.
Il Comune di Bologna ha siglato un patto di collaborazione con Libera Bologna per la presa in carico del giardino del bene e il suo riutilizzo in attesa che l’edificio venga ristrutturato: da giugno 2019 alla fine del 2021 il giardino è stato e sarà luogo di incontri, dibattiti, proiezioni, concerti. Centrali sono i confronti con i residenti della via e dei cittadini del quartiere per costruire le iniziative e pensare insieme al riutilizzo. In questo modo, prima il giardino e poi la villa passeranno da essere beni esclusivi ad essere beni condivisi, esempio di come i beni confiscati possano tornare alla collettività nonostante le difficoltà.