

Care cooperatrici, cari cooperatori, gentili ospiti,
avevamo pensato di svolgere questa giornata a Palermo, alla vigilia del 21 marzo, quando avremmo celebrato tutti insieme il 25° della “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Poi è accaduto ciò che tutti abbiamo vissuto in questi mesi e poter organizzare, con la sicurezza del caso, un evento che abbia anche una partecipazione in presenza, ci da grande soddisfazione.
Cooperare con Libera Terra ha la sua spinta principale nella volontà di sostenere una “sfida impossibile” per il bene comune, il suo carburante sono le relazioni, e le relazioni hanno bisogno anche di contatto, di sguardi da vicino, di abbracci, che ancora non possiamo scambiarci, ma che certo ci portano qui oggi.
Ringrazio tutti, presenti fisicamente o virtualmente, per aver voluto ritrovarsi ancora una volta intorno al progetto comune.
Sono passati meno di nove mesi dalla fine del 2019, ma parlare di bilanci dell’anno passato è ormai passato remoto. La pandemia globale Covid-19 ha cambiato il mondo ad una velocità inaspettata e inimmaginabile.
Siamo di fronte ad uno sconvolgimento, che potrà mutare il paradigma delle nostre relazioni, sociali ed economiche, cambiando il nostro modello di società se sapremo cogliere, insieme agli impatti drammatici, le potenzialità positive. Diversamente, subiremo una crisi drammatica, i cui effetti di divaricazione economica e sociale esaspereranno le ingiustizie che già caratterizzano il nostro mondo.
Siamo una piccolissima realtà, ma abbiamo adottato una grande sfida, quella di Libera Terra, per cercare di portarvi un piccolo contributo.
In coerenza con questo spirito, oggi abbiamo chiesto a Don Luigi Ciotti e al Presidente Romano Prodi, che ringrazio sentitamente per aver accettato, dir ragionare insieme sul futuro per la cogliere la sfida di «Economia e bene comune per futuro buono, giusto e pulito».
Prima di lasciare spazio ai loro preziosi contributi, daremo comunque conto, come è giusto, dei risultati del Bilancio 2019 della nostra associazione e, soprattutto, presenteremo la ricerca, che abbiamo affidato a Nomisma, che ringrazio per il lavoro e la presenza, sul posizionamento dei prodotti a marchio Libera Terra, strumento importante di lavoro per la prospettiva del nostro progetto.
Anche quest’anno sottolineiamo positivamente come, in epoca di contributi associativi calanti, la condivisione del progetto Libera Terra e del lavoro dell’agenzia trovi conferma nella continuità della contribuzione che riconoscete a Cooperare. Per questo vi ringrazio ed esprimo particolare soddisfazione, leggendolo come segno di conferma della forza dei valori cooperativi, che poggiano sull’idea condivisa di uno sviluppo giusto, sostenibile, inclusivo.
Sul fronte della base sociale, a inizio 2019, si è registrato l’ingresso delle cooperative Formula Servizi di Forlì e Corso Bacchilega di Imola. Riteniamo che il lavoro di condivisione del progetto di Libera Terra con il movimento cooperativo debba continuare e rafforzarsi, in un’ottica inclusiva per raccogliere nuove energie e nuove idee in favore della realizzazione di risultati concreti e durevoli.
Il progetto Libera Terra
Il 2019, per le cooperative Libera Terra, è stato un anno difficile, con l’attività caratteristica – quella agricola – duramente colpita, per il secondo anno consecutivo, da un clima diffusamente impazzito e troppo diverso dal passato per parlare di eventi straordinari. Considerando l’aggregato delle Cooperative Libera Terra e del Consorzio Libera Terra Mediterraneo le vendite – in lieve calo – si sono comunque attestate a quasi 7 milioni di euro, valorizzando le principali materie prime conferite dalle cooperative meglio della media di mercato, consentendo di ridistribuire un buon valore aggiunto ai soci.
I dati aggregati delle 9 cooperative indicano che, seppure in calo a causa dei bilanci diffusamente negativi, è stato mantenuto un patrimonio di quasi 4 milioni di euro; frutto di un fatturato che ancora superiore ai 4 milioni di euro, in contrazione – come dicevamo – soprattutto per via di un’annata agraria particolarmente difficile dal punto di vista metereologico, che ha prodotto un risultato di esercizio complessivamente negativo.
Per quanto concerne il lavoro, nel sistema Libera Terra tiene l’occupazione, che nel 2018 ha impiegato oltre 150 persone.
Ancora una volta, queste evidenze sono il frutto dell’aggregato di dati disomogenei tra le singole realtà, che registrano fra loro risultati diversi.
Nonostante gli ormai consolidati progressi raggiunti sul mercato dai prodotti Libera Terra, confermata dall’analisi di Nomisma, che verrà illustrata al termine del mio intervento, persistono ancora criticità di gestione in alcune cooperative – aggravati da 2/3 anni di forte criticità produttiva – che richiedono attenzione ed intervento, attraverso una prosecuzione intensa dell’attività di monitoraggio e supporto dell’Agenzia, ancora fondamentale per sostenere la continuità nel tempo del lavoro di queste imprese. Si conferma, come punto di equilibrio e garanzia, il ruolo strategico del disciplinare di marchio Libera Terra, strumento fondamentale che ci permette di individuare criticità, sollecitare eventuali interventi correttivi e affiancare le cooperative nella loro attuazione. In questo ambito è di primaria importanza la collaborazione tra Agenzia e Consorzio, volta ad individuare percorsi di supporto “su misura” finalizzati a presidiare la qualità delle filiere e ad accompagnare le cooperative nell’attuazione di interventi di miglioramento continuo.
Per raggiungere i risultati che tutti ci aspettiamo in termini di consolidamento del valore prodotto da queste esperienze di rigenerazione economica e civile è fondamentale il vostro apporto, che non è mai venuto meno nonostante il contesto economico abbia per tutti aumentato le difficoltà nei rispettivi settori. La mission di Cooperare con Libera Terra è, infatti, il prezioso trasferimento di conoscenze e competenze che negli anni hanno aiutato a crescere questo progetto.
Oltre ai consolidati rapporti diretti con diverse cooperative Coop Alleanza 3.0, Coop Reno, Unipol e Coopfond – intervenuta nuovamente nel progetto Libera Terra a sostegno di Terre di Puglia -, si sono gettate le basi per nuovi tutoraggi da parte dei soci dell’Agenzia. In particolare, si sono avviate interlocuzioni tra la cooperativa sociale Cadiai di Bologna e Terre Joniche di Isola di Capo Rizzuto, nel crotonese, che già nel 2020 ha dato i primi risultati concreto con l’ingresso nel Consiglio di Amministrazione di Giulia Casarini e di Fatma Pizzirani come ulteriore tutor al fianco del preziosissimo Alessandro Alacevich, che ringrazio per l’impegno che mette insieme a Giovanni Cozzi, Graziano Rinaldini (Formula Servizi) e Novella Spoglianti (CAMST), che continuano a mettere a disposizione le loro comprovate competenze con grande generosità.
Oltre al già citato Fondo Mutualistico di Legacoop, Coopfond, nonché dei supporti di Unipol Banca, oggi Bper, e Banca Etica, ha consolidato il proprio rapporto con le cooperative Libera Terra, la “finanziaria Marcora” Cfi – Cooperazione finanza impresa, dopo l’ingresso nel capitale sociale, attivando anche un finanziamento agevolato, di Terre di Puglia nel 2018, ha intrapreso lo stesso percorso nella cooperativa Rita Atria, dando sostegno ad un importante investimento di riqualificazione di un uliveto scarsamente produttivo, il cui totale recupero è fondamentale per il futuro della cooperativa.
Si è dato particolare impulso alla formazione nelle cooperative, aggiungendo ai consueti momenti plenari di approfondimento, momenti dedicati a soci e dipendenti alle cooperative Terre di Puglia e Don Peppe Diana.
Cooperare con Libera Terra ha proseguito la collaborazione con il mondo dell’istruzione, attraverso varie testimonianze in scuole superiori all’interno del progetto Vitamina C di Legacoop Bologna, mentre con l’Università di Bologna abbiamo dato la nostra disponibilità per un tirocinio curriculare e uno per tesi a una giovane studente, Michela Patuzzo, della laurea magistrale di Economia sociale, sede di Forlì che ha portato a un elaborato finale dal titolo “Consumo responsabile e marchi etici: il caso Libera Terra”.
Con il movimento cooperativo abbiamo partecipato come partner del bando “Coopstartup Rigeneriamo Comunità”, un’iniziativa nazionale promossa da Legacoop con l’obiettivo di favorire il consolidamento, lo sviluppo e la creazione di cooperative di comunità.
L’allargamento del supporto a realtà che operano sui beni confiscati vicine a Libera che lavorano su beni confiscati si è concretizzato con il proseguimento di percorsi di rafforzamento e dialogo con cooperative e associazioni in Piemonte, Campania e Puglia.
Su questo fronte abbiamo, però, la necessità di marcare uno scatto, perché, pur nel pieno rispetto della distintività del progetto, la sua capacità di portare valore al percorso del riuso sociale dei beni non rimanga confinata in una esperienza di nicchia.
Sono continuati gli incontri del tavolo tecnico a cui l’Agenzia partecipa, propedeutici ad ampliare il numero dei protocolli tra le organizzazioni imprenditoriali, le parti sociali e i tribunali per favorire percorsi di tutoraggio alle imprese sequestrate. Nel 2019 si è firmato il protocollo col tribunale di Reggio Emilia e si sono avviate le interlocuzioni con quello di Rimini.
Sostenibilità
Dopo l’ennesimo anno difficile dal punto di vista della produzione primaria, ci tengo a ribadire come fosse lungimirante la scelta di una sostenibilità a 360 gradi del progetto Libera Terra.
Dobbiamo credere, ma soprattutto impegnarci quotidianamente, per una “svolta verde” vera, autentica, convinta, che non può essere messa in un angolo per effetto della pandemia, ma, anzi, sia la miccia di un nuovo modello sistemico.
Serve, oggi più che mai, una visione di ecologia integrale, come ci ricorda spesso Don Luigi (citando l’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco), «che comprenda le dimensioni umane e sociali». Che tenga, dunque, conto non solo degli aspetti ambientali, ma anche di quelli economici e sociali.
A questo appello, ne sono certa, il progetto Libera Terra – e più in generale la cooperazione – rispondono presente con un sentire e valori comuni.
Covid-19 e mafie
Il nostro tessuto economico e la nostra società si sono indeboliti in questi mesi di pandemia, ma c’è chi è pronto a cogliere occasioni in maniera illegale. Il rapporto 2019 della Direzione investigativa antimafia presentato nel luglio scorso (NOTA: relativo al secondo semestre 2019, ma con un’ampia parentesi sul Covid-19) lancia infatti un allarme che non può e non dev’essere sottovalutato.
«Se non adeguatamente gestita nelle fasi di ripresa post lockdown, può rappresentare un’ulteriore opportunità di espansione dell’economia criminale – scrive la Dia –. Le mafie, infatti, nella loro versione affaristico-imprenditoriale immettono assai rilevanti risorse finanziarie, frutto di molteplici attività illecite, nei circuiti legali, infiltrandoli in maniera sensibile. La loro più marcata propensione è quella di intellegere tempestivamente ogni variazione dell’ordine economico e di trarne il massimo beneficio».
Insomma, questa nefasta pandemia ha visto in un primo momento «le organizzazioni mafiose tendere a consolidare sul territorio, specie nelle aree del Sud, il proprio consenso sociale, attraverso forme di assistenzialismo da capitalizzare nelle future competizioni elettorali», anche «attraverso l’elargizione di prestiti di denaro a titolari di attività commerciali di piccole-medie dimensioni» con la prospettiva di «fagocitare le imprese più deboli, facendole diventare strumento per riciclare e reimpiegare capitali illeciti».
In questo momento, in un’ottica di medio-lungo periodo, le mafie tentano ancor più di «stressare il loro ruolo di player, affidabili ed efficaci anche su scala globale» facendo leva, da un lato, sulla necessità delle imprese regolari di liquidità e, dall’altro, delle loro consistenti disponibilità finanziarie.
Il rapporto della Dia ci tratteggia come non ci siano, per un motivo o per l’altro, settori immuni dalle infiltrazioni mafiose.
Anche la denuncia della Ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, fatta un paio di settimane fa su un noto quotidiano nazionale che titolava in prima pagina «Ora le imprese chiedono aiuto alla mafia» era chiara. Citando un monitoraggio ad opera delle forze di polizia, la titolare del Viminale sottolinea come «ci siano imprenditori che cercano di fuori la concorrenza appoggiandosi ai capitali mafiosi». Uno scenario che desta grandissima preoccupazione.
L’attenzione, dunque, dev’essere alta da parte di tutti e, oggi più che mai, è fondamentale ribadire un’alternativa economica, che guardi al bene comune per costruire un futuro più equo per tutti.
Rita Ghedini
Presidente Cooperare con Libera Terra