Il saluto di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera
Al termine degli adempimenti statutari dell’assemblea di Cooperare con Libera Terra si è tenuta una partecipata tavola rotonda “Terre Libere. Resistenza e riuso sociale dei beni confiscati alle mafie” con la presidente Rita Ghedini, Albertina Soliani (Istituto Cervi), Simone Gamberini (presidente nazionale di Legacoop) e la Senatrice Enza Rando (Commissione parlamentare antimafia) che si sono confrontati sul valore civile e democratico della lotta antifascista e dell’impegno per il contrasto alle mafie. È stata inoltre ribadita la volontà da parte di tutti gli ospiti di rilanciare il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie come strumento risarcitorio per le comunità ferite dall’agire criminale mafioso e di promozione di un modello economico giusto e sostenibile.
«Sono diverse le direttrici su cui concentrare il nostro impegno – ha sottolineato la presidente Rita Ghedini -. I beni confiscati rappresentano una cicatrice provocata dalla ferita mafiosa e per questo è fondamentale fare cultura attraverso la promozione, oltre a produrre lavoro e valore ridistribuito sui territori. L’obiettivo comune è costruire un modello di sviluppo che sia diverso da quello attuale, che ha visto crescere in maniera significativa le disuguaglianze: dobbiamo essere bravi a leggere le trasformazioni ambientali e sociali e ad utilizzare la leva cooperativa per dare risposte ai bisogni. Un ultimo passaggio è doveroso su Casa Cervi, luogo che ci ispira perché è un esempio straordinario di riscatto».
Il presidente Simone Gamberini ha invece rimarcato «l’impegno della cooperazione nel riuso sociale, di cui Cooperare con Libera Terra rappresenta una preziosa esperienza. Come Legacoop stiamo sviluppando un progetto nazionale per essere ancor più efficaci nel riuso sociale che per noi rappresenta un ambito di operatività strategica delle cooperative sia per un motivo valoriale, sia perché è un mezzo di contrasto alla concorrenza sleale operata dalle imprese mafiose nell’illegalità. Oggi abbiamo un centinaio di associate che recuperano imprese confiscate o riutilizzano i beni, ma in ambedue i casi abbiamo intenzione di sviluppare molte nuove progettualità».
La Senatrice Enza Rando ha dichiarato che serve «un rilancio del riuso sociale dei beni confiscati, ancor più oggi che le mafie sono sempre più concentrate sugli aspetti imprenditoriali. Sono preoccupata per l’indebolimento di alcuni strumenti fondamentali per il contrasto a mafie e corruzione. Devono essere assicurate risorse e competenze ai Comuni per rendere utilizzabili i beni. Le mafie, oggi, hanno modificato anche i settori di riciclaggio e anche i territori, riciclando anche in Paesi lontani, ma continuano a possedere beni per controllare i territori e continuano a trovare mercato. Questo è sicuramente un problema di qualità della nostra democrazia».
La presidente Albertina Soliani si è detta estremamente soddisfatta che «la pastasciutta antifascista a Casa Cervi fosse per la prima volta prodotta da Libera Terra (offerta da Cooperare con Libera Terra) e quindi proveniente dall’impegno civile e democratico sostanziato nel lavoro sui beni confiscati». Sempre durante il suo intervento alla tavola rotonda, la presidente dell’Istituto ha sottolineato anche come esista «una connessione profonda tra i due impegni in quanto il popolo deve resistere, per gli stessi motivi, alle mafie come al fascismo e per questo è sempre più necessario lavorare insieme».
Ad arricchire l’evento si sono susseguiti numerosi ospiti che in apertura, insieme al saluto di Don Luigi Ciotti (presidente di Libera), hanno portato il loro contributo: la Prefetto Maria Rita Cocciufa, Gaetano Paci (Procuratore capo della Repubblica al Tribunale di Reggio Emilia), Edwin Ferrari (presidente Legacoop Emilia Ovest) e Giovanni Mattia (Libera Reggio Emilia) che ha presentato il report «Mafia reggiana».