“I beni confiscati sono dunque un’opportunità d’impegno responsabile per il bene comune – spiega Don Luigi Ciotti, presidente di Libera -. Dobbiamo essere più vivi, più protagonisti, più partecipi, più attivi e più concreto: è un segno importante, un segno di speranza”.
E continua: “E’ necessario assicurare adeguate organizzazione, programmazione, competenze risorse e strumenti in tutte le fasi del sequestro, confisca, destinazione e assegnazione”.
La situazione dei beni confiscati. Alcune delle principali criticità sottolineate
- Molto debole capacità di gestione
- Criticità diffuse nei beni
- Raccordo insufficiente tra la fase giudiziaria e amministrativa
- Trasparenza delle informazioni molto parziali
- Difficoltà a mettere in atto una concreta progettualità
- Mancanza o grave insufficienza delle risorse finanziarie per la ristrutturazione dei beni dove sono ubicati questi beni
- Gravi ritardi nella gestione delle imprese nella fase precedente alla confisca definitiva e scarso utilizzo di promozione cooperativa che veda protagonisti anche i lavoratori
Alcune proposte
- Dare concreta attuazione a confische e riutilizzo dei beni tolti ai corrotti e alla criminalità finanziaria
- Assicurare adeguati strumenti e risorse a uffici giudiziari che si occupano della gestione dei beni nelle fasi del sequestro e delle confische di primo grado
- Promuovere una maggiore diffusione delle esperienze di riutilizzo anticipato dei beni prima della confisca definitiva con le assegnazioni provvisorie a cui però assicurare il necessario raccordo con la fase di assegnazione finale
- Attribuire all’Anbsc competenze e professionalità tali da poter adempiere interamente e senza ritardi alle funzioni di gestione, destinazione, verifica e monitoraggio del riutilizzo sociale dei beni in supporto a magistratura e prefettura
- Completa trasparenza su tutti i beni confiscati per assicurare la più ampia partecipazione dei cittadini e delle persone
- Destinazione di una quota delle liquidità confiscati ai mafiosi e ai corrotti per rendere realmente fruibili i beni mobili ed immobili
- Sostenere la continuità delle attività d’impresa dove possibile, dando possibilità di accesso al credito e salvaguardare i posti di lavoro
“Negli ultimi 11 anni lo Stato ha attinto 2 miliardi di euro dal Fug – sottolinea Don Ciotti -: di lì vanno prese le risorse per l’imprenditoria giovanile e l’economia sociale, insieme, innanzitutto, al sostegno alle vittime e ai testimoni di giustizia”.