Un bene confiscato da trasformare in uno spazio collettivo e condiviso, che si auspica possa diventare un luogo di condivisione di buone pratiche. È l’obiettivo con cui prende il via il progetto “Via Giuliana 32”, che ha al centro il complesso di beni confiscati di Longastrino, frazione di Argenta.
Il progetto – finanziato mediante il Bando Partecipazione della Regione Emilia-Romagna e portato avanti da Libera Emilia-Romagna APS in partnership con il Comune di Argenta e con l’Agenzia Cooperare con Libera Terra – si svilupperà fino alla fine del 2023. Lo scopo: avviare un percorso partecipativo per condividere con la comunità la destinazione d’uso del complesso di beni confiscato in via definitiva nel 2019 ai sensi del Codice Antimafia e destinato dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei benisequestratieconfiscatiallacriminalitàorganizzataalComunediArgentaloscorso 21marzo2022.
«La costante attività di Libera – spiega Antonio Monachetti di Libera Emilia-Romagna – è indirizzata a stimolare e favorire in tutto il paese occasioni di riutilizzo sociale dei tanti beni confiscati presenti. Il percorso di Longastrino conferma tale nostra caratteristica. Abbiamo ritenuto essenziale proporre un percorso partecipativo per giungere alla condivisione con la comunità di ipotesi progettuali di riutilizzo sociale dei beni in questione da proporre all’Amministrazione locale. Le tappe di questo percorso rappresenteranno, inoltre, l’occasione per vivere il bene con il coinvolgimento della vasta rete di Libera, di Argenta e di tutti gli attori sociali territoriali che prenderanno parte al percorso: cittadini, associazioni, sindacati, imprese cooperative e in generale il Terzo Settore. Il nostro desiderio è che si possa giungere in tempi rapidi ad un pieno riutilizzo in grado di coniugare impresa ed inclusione sociale e lavorativa, facendo diventare Via Giuliana 32 un punto di riferimento per tutto il territorio regionale con visite, momenti di confronto e di convivialità».
Un progetto portato avanti in rete, tra associazioni, istituzioni e rete cooperativa: «Facciamo un ulteriore passo avanti nel progetto di riqualificazione dell’azienda agricola di via Giuliana, a Longastrino, sottoposto a sequestro penale per attività mafiose», commenta il sindaco di Argenta Andrea Baldini. «Dal giorno del sequestro abbiamo lavorato con l’obiettivo di restituire il bene alla collettività, dopo che è stato utilizzato da chi alla collettività ha tolto e non ha dato. Questa è anche la missione che Libera porta avanti in tutta Italia:educare alla legalità, e restituire a chi è stato tolto. Siamo perciò orgogliosi di poter partecipare a questo progetto, premiato con un finanziamento della regione Emilia-Romagna sul bando della partecipazione. In questi anni, da quando abbiamo firmato la convenzione con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata che ci ha portato alla disponibilità del bene, abbiamo tante volte aperto le porte dell’azienda agricola perché si potesse imparare a conoscere quella realtà, e a capire come animarla grazie al coinvolgimento della cittadinanza. Questo progetto di partecipazione aiuterà a mettere un altro tassello al puzzle, e a costruire una realtà, e un futuro, forte e condiviso per l’immobile e per l’azienda agricola LE.NI».
«L’Agenzia è, per sua natura, al fianco di Libera nei percorsi di riuso sociale dei beni confiscati, mettendo a disposizione le competenze dei propri soci che sono afferenti alla rete delle cooperative Legacoop – commenta Rita Ghedini, presidente di Cooperare con Libera Terra -. Siamo nati per supportare lo sviluppo imprenditoriale delle cooperative Libera Terra, ma ormai da vari anni, in accordo con Libera, abbiamo ampliato il raggio d’azione ad altre realtà e altri progetti in tutta Italia. Il percorso partecipato di Longastrino ha un valore importante per la comunità locale, e, inoltre, può consentire di sperimentare un modello di partecipazione utile sull’intero territorio regionale, in cui si stanno affacciando molti beni confiscati su cui è possibile innestare percorsi di riuso sociale e produttivo condivisi ed efficaci».
La storia del bene confiscato
Il complesso di via Giuliana 32 è composto da una serie di beni immobili e capannoni in un contesto di oltre quattro ettari. Nel luglio 2018 la confisca veniva disposta ai sensi del D.Lgs n. 159/2011 – Codice Antimafia, vista la sproporzione tra i redditi dichiarati dall’allora proprietario, ritenuto socialmente pericoloso, e il patrimonio da questo posseduto. Nel corso delle indagini è però emerso che in concomitanza del procedimento di prevenzione avviato, l’allora proprietario del complesso avesse attribuito in modo fittizio ad altri prestanome denaro e l’azienda agricola Le.Ni Srl, che occupa alcune aree del complesso di Via Giuliana. Per questo, l’anno successivo, anche l’azienda veniva sottoposta a sequestro, nel procedimento penale – ancora in corso – aperto a carico degli stessi soggetti, per trasferimento fraudolento di valori. Il complesso di Via Giuliana 32 rappresenta di fatto un unicum nel panorama della nostra regione e potrebbe diventare una delle prime esperienze di riutilizzo sociale di beni immobili con finalità sociali ed imprenditoriali.
Link utili
Con Libera Emilia-Romagna al 21 marzo di Longastrino. Destinato per finalità sociali al Comune il bene confiscato