Le mafie d’affari sono sempre più ibride e potenti. La scorsa settimana è stato presentato il rapporto semestrale (gennaio-giugno 2022) della Dia al Parlamento (abstract; versione completa) con alcune tristi conferme.
Le organizzazioni criminali mafiose “confermano la tendenza rilevata da diversi anni si legge nel documento – circa il generale inabissamento dell’azione delle consorterie più strutturate che hanno ormai raggiunto un più basso profilo di esposizione e, come tale, particolarmente insidioso proprio in ragione dell’apparente e meno evidente pericolosità”. Questo perché si assiste a una “mimetizzazione nel tessuto sociale e dalla conseguente possibilità di continuare a concludere i propri affari illeciti in condizioni di relativa tranquillità”.
Le mafie sono sempre meno rumorose, creano sempre meno allarme sociale attraverso azioni violente, ma sono molto più infiltrate e “ibridate” in ambito economico-finanziario “anche avvalendosi delle complicità di imprenditori e professionisti, di esponenti delle istituzioni e della politica, formalmente estranei ai sodalizi”.
Nel rapporto si parla spesso di mafia d’affari in tutte le consorterie, sempre più competitive e attrattive anche nei settori dell’economia e della finanza. Viste le difficoltà di molte imprese, le mafie forniscono in primis risposta alle “crisi di liquidità dapprima come sostegno finanziario, subentrando poi negli asset e nelle governance societarie per capitalizzare illecitamente i propri investimenti”.
In forte aumento, confermando il trend degli ultimi anni, le segnalazioni di operazioni sospette.
Allarme sulle criptovalute e NFTs, veicoli interessanti per riciclare i denari illeciti frutto di traffico di stupefacenti, gioco d’azzardo e scommesse online, estorsioni (sempre più evolute rispetto al pizzo), prostituzione, traffico di esseri umani, traffico di armi, corruzione e frodi fiscali.
Sono confermate spiccate capacità di insinuarsi all’interno degli enti locali condizionando i flussi economici, il libero mercato e l’attività della pubblica amministrazione.
Non c’è regione esente dagli affari mafiosi, ci sono connessioni globali e le consorterie straniere sono perfettamente integrate e funzionali a quelle locali.
Le mafie sono attrattive e acquisiscono consenso nei ceti più poveri e fragili della popolazione; quindi affinché il contrasto sia incisivo “risulta necessario affiancare all’azione antimafia anche mirate manovre di politiche sociali”.