

Care cooperatrici, cari cooperatori, gentili ospiti,
ringrazio tutti i presenti per aver voluto ritrovarsi ancora una volta intorno a questo progetto in questa diciannovesima assemblea.
Svolgiamo la nostra Assemblea in una cornice di grande bellezza e di grande valore, ambientale, culturale, economico e sociale. Riferisco questa affermazione sia al luogo in cui ci troviamo, sia al contesto istituzionale che ci ospita sia, infine e soprattutto, al contenitore della Biennale dell’Economia Cooperativa organizzata in questa tappa campana da grandi soggetti associativi della nostra Organizzazione.
Un sentito ringraziamento per tutto questo a Legacoop tutta e, in particolare, a Legacoop Agroalimentare e a Legacoop Campania, a Cristian Maretti, Sara Guidelli, Anna Ceprano e tutta l’organizzazione, che ci hanno ospitato e coinvolto in questa tappa del percorso «Verso la Biennale dell’Economia Cooperativa 2026» finalizzata alla Presentazione del Manifesto cooperativo di Legacoop della Dieta Mediterranea.
Per valori e contenuti progettuali ci sentiamo pienamente parte di questo progetto.
Dignità, Mutualità, Alleanza, Inclusione, Presidio, Partecipazione sono i modi con cui il progetto di Cooperare con Libera terra ha cercato, negli anni, di dare sostanza e sostenibilità al motto buoni, puliti e giusti che definisce il progetto Libera Terra dalla sua origine.
Ci siamo riusciti con risultati alterni, abbiamo imparato che nulla è mai facile, ne scontato, ne acquisito una volta per tutte.
Al contrario, l’esperienza ci conferma che a quasi 3 decenni di distanza dalla Legge 109/96 la pressione criminale e politica per ostacolare gli obiettivi posti dal progetto di tanti, Libera in primis, che hanno operato per la giustizia, rimane attiva e forte.
Lo si rileva, al di là delle contingenze, delle specifiche fragilità che caratterizzano il percorso delle cooperativa che lavorano per il riuso sociale dei beni confiscati, ed anche oltre le criticità che tutto il mondo agricolo sta attraversando, in primis per l’impatto della trasformazione del clima.
I beni confiscati sono in un momento difficile; da un lato non si sopiscono le spinte politiche a retrocedere il primato del riuso sociale ed istituzionale a favore della vendita, mentre dall’altro, negli ultimi quaranta giorni le realtà di Libera Terra ed altre vicine a noi sono state duramente e ripetutamente colpite. All’inizio di giugno, nelle province di Siracusa e Catania, la cooperativa Beppe Montana Libera Terra ha subito due furti e danni ravvicinati, poi la scorsa settimana un importante incendio su 40 ettari coltivati a seminativo e pronti per essere raccolti. E ancora: due incendi in uno stesso appezzamento di circa sette ettari, hanno colpito a distanza di pochi giorni i seminativi della Valle del Marro Libera Terra, e una settimana fa, nel casertano, è stato bruciato il terreno coltivato a cardi della cooperativa sociale Terra Felix, ospite della tavola rotonda che segue. E, infine e di nuovo, ancora due giorni fa l’incendio appiccato all’uliveto della Valle del Marro, che ne ha distrutto un terzo. Oltre al danno materiale, pesante, il messaggio intimidatorio mira ad avvilire, a demotivare.
Questo il maggior rischio: la perdita dell’entusiasmo, l’avvilimento, l’isolamento sono il peggior danno che si possa arrecare.
Per questo la solidarietà, che sono certa tutte qui oggi esprimiamo, simbolo di quella delle cooperative socie e del movimento, si deve tradurre – e si tradurrà – in atti concreti: non solo i mezzi per ripristinare, riparare, sostenere, ma anche e di pari importanza la vicinanza materiale, la collaborazione, la partecipazione, il garantire alle cooperative di essere e sentirsi parte di quell’ecosistema del mutualismo attivo che fa della cooperazione un movimento che condivide valori e fini, al di della singola entità produttiva.
In questo scenario ribadiamo ancora una volta che il riuso sociale e produttivo deve rimanere il cardine delle politiche attive che riguardano i beni confiscati alle mafie.
Cooperare con Libera Terra
Sul fronte della base sociale, nel 2024 abbiamo registrato l’ingresso di Legacoop Emilia Ovest e di Boorea, finanziaria di di Reggio Emilia, realtà attente da tempo alle tematiche di Libera e Cooperare con Libera Terra.
Continuano i consolidati rapporti diretti con diverse cooperative ed Enti quali Coop Alleanza 3.0, Coop Reno, Unipol, Coopfond, Cadiai, Granarolo, Coop. Avola, Social Seed, Consorzio Integra e Kiez Agency.
Ancora una volta un sentito ringraziamento va ai presidenti delle strutture territoriali di Legacoop delle regioni su cui insistono le cooperative Libera Terra, che costantemente supportano il progetto con passione e attenzione. Il nostro supporto non può infatti prescindere dai territori di appartenenza, punti di riferimento sostanziali sia nelle fasi di difficoltà che per la promozione delle cooperative. E per questo un ringraziamento va in particolare a Legacoop Puglia, al suo Presidente Carmelo Rollo e al suo vice Pasquale Ferrante, consigliere d’amministrazione di Cooperare con Libera Terra, che si è speso in prima persona nella crisi della cooperativa Terre di Puglia. I nostri ed i loro sforzi non hanno prodotto esito, anzi hanno prodotto esiti opposti a quelli auspicati, poiché la cooperativa è alcuni mesi in liquidazione coatta amministrativa.
Ci torneremo, ma è evidente che questa prima crisi definitiva di una cooperativa a marchio libera Terra ha posto e pone molti interrogativi sulle formule di gestione delle cooperative e sugli strumenti necessari per accompagnarle adeguatamente nei cambiamenti, sia delle persone che del contesto.
Anche per queste ragione più che in passato è prezioso il ruolo dei tutor, Alessandro Alacevich, Giovanni Cozzi, Fatma Pizzirani e Graziano Rinaldini, che ringrazio per l’impegno, la passione e le competenze che con generosità continuano a mettere a disposizione delle realtà Libera Terra.
Fondamentale anche il supporto finanziario degli strumenti del sistema cooperativo, il Fondo Mutualistico di Legacoop, Coopfond, la “finanziaria Marcora” Cfi – Cooperazione finanza impresa e di Cooperfidi; importante anche l’interlocuzione e le progettualità realizzate con la collaborazione ed i supporti di Bper, Banca Etica, Invitalia.
E’, appunto, uno sforzo di sistema che ci è richiesto e in questo le reti delle persone e delle idee possono guidare l’individuazione degli strumenti ed una loro maggiore efficacia.
Per questo sosteniamo il progetto di Legacoop Nazionale per la sensibilizzazione, la formazione e la promozione di interventi imprenditoriali rivolti al riuso sociale e produttivo dei beni confiscati, che punta ad allargare il coinvolgimento delle cooperative aderenti in questa, che leggiamo, soprattutto, come un’opportunità, al di la delle difficoltà, di innovazione del sistema cooperativo.
Valentina Fiore e Christian Fossi hanno lavorato intensamente alla predisposizione di strumenti utili a sviluppare il progetto, che speriamo abbia un impatto positivo al più presto.
Il contesto
Conosciamo le criticità del contesto in cui si muovono le persone e le imprese, in questi anni di costante incertezza, di ripresa violenta dei conflitti, di crisi degli assetti che avevano governato il mondo dopo quella che ancora nominiamo come l’ultima guerra mondiale, pur sapendo che tale non è, purtroppo, da tempo, in molti contesti anche assai prossimi. La nozione di prossimità, peraltro, è del tutto mutata e, per scelta, consideriamo prossimo tutto ciò che riguarda il nostro orizzonte valoriale, non solo ciò che ci è contiguo.
Questo contesto così perturbato ed instabile è, fra l’altro, terreno fertile per le mafie e per i loro traffici.
Richiamiamo, per doverosa contestualizzazione e consapevolezza, uno stralcio della Relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel 2024, presentata dal Ministro dell’Interno al Parlamento e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso, «accanto alla ormai consolidata propensione ad adattarsi alla mutevolezza dei contesti socio-economici, che le organizzazioni mafiose hanno sviluppato e perfezionato nel tempo ed alla già concretizzata vocazione imprenditoriale, emerge nell’annualità in esame una sempre maggiore tendenza ad estendere e implementare ampie ed articolate capacità relazionali, particolarmente mirate al perseguimento di illeciti arricchimenti – si legge -. Non di rado, l’accentuazione della vocazione economica delle consorterie si sposa, soprattutto nelle regioni trainanti per l’economia ove maggiore è la presenza imprenditoriale e più vivaci gli scambi finanziari, con la determinazione di evadere il fisco da parte di alcuni titolari di imprese che tendono ad aggirare le regole della libera concorrenza, ignorando i comportamenti fiscalmente corretti. Si tratta di fenomeni difficili da intercettare poiché in molti casi gli imprenditori, piuttosto che incolpevoli vittime dei mafiosi, ne diventano in qualche modo conniventi e complici. Quando, infatti, le tangenti frutto della prevaricazione delle consorterie vengono coperte da fatture fittizie, trasferendo il costo della mazzetta sul piano fiscale, si ottiene la convenienza da parte dell’imprenditore vittima a non denunciare l’estorsione».
Il nostro lavoro per la legalità ed il riuso sociale dei beni confiscati sempre di più si configura quindi come strumento di promozione dell’economia legale e, soprattutto, di consapevolezza e tutela dal proliferare di illeciti sempre più inseriti in contesti apparentemente ordinari e puliti.
Il progetto Libera Terra
Per questo il lavoro di supporto ed affiancamento delle cooperative, non solo dal parte di CCLT, ma di tutto il movimento è sostanziale.
L’anno trascorso è stato un anno complesso.
Nel 2024 la messa in liquidazione coatta amministrativa della cooperativa Terre di Puglia – Libera Terra, i cui segnali di crisi emergono, ripetutamente, fin dal 2017, ha assorbito nel corso dell’esercizio e sta utilizzando in questo molte risorse, non solo economico-finanziarie, ma anche relazionali e di tempo. La chiusura di una cooperativa Libera Terra comporta criticità e operatività su molti piani. In primis, l’impegno è ed è stato finalizzato a limitare gli impatti della crisi sulle persone, sul tessuto imprenditoriale e sociale che intorno alla cooperativa ha operato. Siamo e saremo di supporto, insieme al Consorzio Libera Terra Mediterraneo e a Libera nello sviluppo della liquidazione, cercando di limitarne gli impatti e di trattenere le energie buone che dal territorio possono contribuire al rilancio di nuove progettualità su quei beni e insieme a quel territorio.
Sul piano dei percorsi di nuova progettazione Libera ha assunto la guida del confronto con le Istituzioni e le comunità locali, per raccogliere le risorse migliori, più motivate ed innovative attorno al progetto di rilancio.
Ringrazio tutte e tutti per la determinazione con cui si sta reagendo alla crisi, senza nascondere le criticità, ma con l’obiettivo fermo di non rinunciare, di non recere.
La crisi di un progetto non può né deve metter in discussione il valore del riuso sociale, prestando il fianco a speculazioni strumentali.
Condividiamo la volontà di realizzare una costruzione collettiva con legami forti col territorio per cercare di prevenire disinvestimento e isolamento, che ad un certo punto, insieme ad errori, anche nostri, di valutazione, hanno generato un processo involutivo senza risoluzione. Occorre mettere in moto un processo supplementare di mobilitazione ed aggregazione sociale per dare nuove energie e nuove risorse, innanzitutto umane e relazionali, al progetto cooperativo.
Risorse e mobilitazione di ingegni e di persone servono anche per sostenere, complessivamente, il progetto Libera Terra.
Come stiamo vedendo in queste settimane di approvazione di bilanci delle Cooperative anche il 2024 è stato ancora una volta un anno difficile, con la maggioranza dei bilanci delle cooperative Libera Terra negativamente influenzati dalla faticosa produzione agricola, in molti comparti duramente colpita da eventi atmosferici estremi, dovuti agli effetti del cambiamento climatico. Forte è stata, infatti, l’incidenza sulla produttività di queste realtà, che già scontano alcune diseconomie strutturali nel modello, in primis pochi terreni e molto distanti tra loro, che non permettono le più classiche economie di scala, ordinarie nella conduzione delle aziende nel settore agricolo. Per il quarto anno consecutivo le aree dove insistono le nostre attività agricole sono state colpite da una forte siccità, con un’incidenza negativa sulle rese di tutte le colture dovuta a questo stress produttivo prolungato.
La riflessione sulle condizioni di sostenibilità delle singole realtà è in corso, grazie alla collaborazione con molte istanze imprenditoriali e di ricerca
Oggi ci accoglie uno di questi interlocutori, il CNR PNRR Agritech, incardinato sulla Facoltà di Agraria dell’Università Federico II di Napoli che ringrazio in maniera sentita e non formale. Una prima sperimentazione, di cui ci parlerà il professor Giuliano Bonanomi nel panel che segue, è in corso, ma la volontà è quella di implementare nei prossimi mesi una collaborazione strutturata, che miri a supportare la riflessione su quali siano le condizioni di sostenibilità per le singole realtà, con indicazioni sulla struttura dei progetti di conduzione in ragione dei cambiamenti climatici e dei limiti produttivi.
Pur nelle difficoltà, non è mancato l’impegno a valorizzare i beni confiscati assegnati alle cooperative: in questi anni, investimenti e migliorie operate dalle cooperative su questi beni ammontano, per le nove realtà, a circa due milioni di euro. Questo sottolinea come Libera Terra abbia valorizzato i beni pubblici, senza mai venir meno alla finalità di operare nella legalità e per la giustizia.
Considerando l’aggregato delle cooperative e del consorzio a marchio Libera Terra, pur in un contesto di mercato difficile, le vendite sono in crescita e il valore della produzione complessivo supera gli 8 milioni di euro.
Le difficoltà segnalate continuano anche in questo 2025, soprattutto nel mercato globale del vino, con costi crescenti e potere d’acquisto dei consumatori calante. Come accennato lo scorso anno, il Consorzio Libera Terra Mediterraneo ha, dal 1° febbraio 2024, Pietro D’Aleo come nuovo amministratore delegato. Il suo primo anno alla guida del consorzio è stato chiuso, nel solco della continuità, con un’importante crescita, con ricavi delle vendite saliti da 7,42 milioni di euro a 8,15 milioni di euro, nonostante l’assenza di una parte significativa di prodotti pugliesi, in primis il vino (-255mila euro, con un calo complessivo per mancanza delle referenze di circa 300.00 euro). L’aspetto più rilevante è però la crescita del valore aggiunto distribuito alle cooperative Libera Terra, che è stato superiore di circa 200.000 euro rispetto al previsionale, tenendo già conto di prezzi di saldo delle materie prime valorizzate in maniera sensibilmente superiore alla media del mercato e in crescita rispetto all’anno precedente (che ammontava a circa 90.000 euro). Fondamentale risulta anche il costante supporto alle cooperative in termini di servizi e di visione strategica del progetto Libera Terra. A Pietro e a tutta la squadra di Libera Terra Mediterraneo vanno i miei, i nostri, complimenti e l’augurio di continuare su questa via con rinnovata lena.
Infine, ma si tratta forse del dato socialmente più rilevante, l’occupazione complessivamente garantita dalle Cooperative e dal Consorzio, al netto della chiusura di Terre di Puglia, è rimasta stabile, vedendo impiegate circa 160 persone tra stagionali e fissi.
Istruttorie e percorsi per nuovi progetti
Il lavoro di Cooperare con Libera Terra da anni va oltre l’attività svolta con le cooperative a marchio.
Nel corso dell’esercizio, oltre all’attività ordinaria di supporto e monitoraggio delle Cooperative Libera Terra, condivisa a dicembre con Libera in una riunione della Commissione di Valutazione, si è svolta l’attività istruttoria per verificare la possibilità di avvio di nuove progettualità.
Su richiesta di Libera Emilia-Romagna siamo stati attivi su quattro progetti di riuso sociale e, in quest’ambito, le vostre competenze messe a disposizione sono e saranno fondamentali per studiarne la sostenibilità.
Procede, seppure con tempi lunghi, il percorso di riuso sociale a Longastrino di Argenta (Fe), su un bene composto da una casa indipendente, una stalla, strutture ad essa funzionali e un’ampia area cortiliva. Dopo un percorso partecipativo finanziato dalla Regione al fianco di Libera Emilia-Romagna e Comune di Argenta, l’Amministrazione comunale ha approvato, con una delibera di giunta all’inizio del 2024, le linee guida per il riuso sociale. In questi mesi, sono vari gli incontri fatti, col supporto di Legacoop Estense, per una possibile soluzione gestionale che tenga conto dei bisogni della comunità.
Insieme a Libera Emilia-Romagna abbiamo replicato il percorso partecipativo a Castelnuovo Rangone (Mo), su una porzione di capannone confiscato nell’area artigianale della frazione di Montale, a pochi minuti dal centro abitato. Al termine di un percorso molto partecipato, il 29 marzo 2025 abbiamo partecipato all’inaugurazione dello spazio riqualificato e destinato ad attività culturali, sociali e formative.
Infine, siamo al fianco di Libera all’interno del bando 2025 per avviare anche a Riccione un percorso partecipato per immaginare un riutilizzo sociale e produttivo dell’ex Hotel Smart. Da ormai quattro anni abbiamo avviato con alterne sensibilità e fortune il dialogo con le diverse amministrazioni comunali e con la Commissaria, che nel tempo si sono succedute. Aspettiamo l’esito del bando, fiduciosi che il percorso possa rappresentare il primo passo per un concreto riuso sociale e produttivo del bene, pur consci della difficoltà e delle caratteristiche particolari di questo bene.
Al fianco di Libera Bologna, continuiamo a supportare il percorso di Villa Celestina a Bologna, partecipando alle attività di animazione che si svolgono nel giardino, in attesa che si proceda nella riqualificazione di villa e casa del custode sulle quali, purtroppo, non abbiamo elementi aggiuntivi.
Promozione cooperativa e cultura della legalità
Nel 2024 l’attività di testimonianza e di memoria delle vittime innocenti è proseguita con forza al fianco dell’associazione Libera, attraverso l’impegno delle Cooperative Libera Terra nell’accoglienza dei campi di impegno e formazione sui beni confiscati, oltre allo svolgimento di incontri e attività legate alle tematiche della legalità, della memoria e del significato che ha il riuso sociale dei beni confiscati.
Per Cooperare con Libera Terra è stato un anno intenso anche nella collaborazione con il mondo dell’istruzione, che ha visto coinvolti molti ragazze e ragazzi attraverso alcune testimonianze nelle scuole (soprattutto superiori) all’interno di progetti cooperativi, nelle università e nei progetti di riuso sociale di nuovi beni confiscati. Dopo il successo del 2023 ottenuto col progetto «Coltivare futuro. Percorsi territoriali di ispirazione e impegno», nel 2024 è stato avviato il progetto «Fattore F: Fare Futuro» fatto insieme a Libera Bologna, alla cooperativa Cadiai e a Fondazione Rocca dei Bentivoglio e coi Comuni di Casalecchio, Valsamoggia, Monte San Pietro, Zola Predosa e Sasso Marconi e finanziato dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Il percorso, conclusosi nel primo semestre del 2025, ha promosso la partecipazione attiva alla vita di comunità, la legalità, il rispetto e la cittadinanza attiva, il contrasto alla povertà educativa, grazie a 4 azioni che coinvolgeranno la comunità educante: attivazione civica dei giovani attraverso campi di impegno di Libera; laboratori in scuole secondarie di 1° e 2° grado; rafforzamento della rete territoriale per l’integrazione dei luoghi culturali ed educativi; attività di sensibilizzazione e prevenzione. Il progetto ha inoltre promosso percorsi di ispirazione e impegno sulle tematiche della legalità, del rispetto e della cittadinanza attiva per giovani in età compresa tra i 14 e i 18 anni che ha portato trenta ragazze e ragazzi presso le cooperative Placido Rizzotto Libera Terra e Terre Joniche Libera Terra in due campi E!state Liberi!.
È proseguita la collaborazione con l’Università di Bologna, in particolare con la facoltà di Giurisprudenza, nell’ambito del Master in “Gestione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati Pio La Torre” diretto dalla Prof.sa Stefania Pellegrini.
Nel corso dell’esercizio sono stati svolti interventi e testimonianze in eventi al fianco di Libera o organizzati dai soci dell’Agenzia.
Care socie cari soci, amici di Libera, occuparsi di ciò che è giusto, è spesso faticoso e negletto. Anche nelle battaglie, contro e soli si commettono più errori, si raggiungono meno risultati. Noi, che pure ci sentiamo ingaggiati, abbiamo la convinzione di esserselo per, non contro: per la dignità, per l’equità, per l’inclusione, per la sostenibilità. Siamo convinti di avere molte compagne e compagni di strada che possono indicarci quella migliore e percorrerla con noi, senza stanchezza e con passo deciso.
Grazie!