

Bruno Frattasi è il nuovo direttore dell’Anbsc, l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. La nomina, su proposta del ministro degli Interni, Matteo Salvini, è arrivata nel Consiglio dei Ministri che si è svolto giovedì 17 gennaio scorso. L’ex capo del Dipartimento dei Vigili del fuoco, del Soccorso pubblico e della Difesa civile succede a Ennio Sodano, in pensione dal primo gennaio.
A lui vanno le congratulazioni per il nuovo incarico e gli auguri di buon lavoro della presidente Rita Ghedini e di tutta l’Agenzia Cooperare con Libera Terra.
Frattasi ha pubblicato diversi saggi specialistici in materia di documentazione antimafia ed è coautore di diverse pubblicazioni scientifiche di commento al codice antimafia ed alla tracciabilità finanziaria dei pagamenti dei contratti pubblici.
L’INTERVISTA SUL SOLE24ORE – Frattasi: «Innovazione per aumentare il profitto delle imprese»
Di seguito riproponiamo l’intervista Frattasi: «Innovazione per aumentare il profitto delle imprese» di Ivan Cimarrusti sul sole24ore di sabato 19 gennaio scorso (fonte Centro studi Pio La Torre)
«Dobbiamo riuscire a dare vitalità a quelle imprese portate via alla mafia, che in molti casi finiscono per fallire. Renderle attive sul mercato è un risultato straordinario al quale punto». Così il prefetto Bruno Frattasi, nominato dal Consiglio dei Ministri alla direzione dell’ Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla mafia. Un incarico di cui «sono onorato, di grande importanza e delicatezza». Una «grande scommessa» assicura il prefetto, che dal 2016 a oggi ha ricoperto l’ incarico di capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, gestendo gravi emergenze come i terremoti del Centro Italia che hanno raso al suolo Amatrice e Accumoli.
Frattasi, il suo predecessore all’ Agenzia, Sodano, ha avviato un progetto di gestione unitaria delle imprese confiscate.
Me ne aveva parlato, in quanto con Sodano ho avuto modo di condividere la presenza al tavolo del Consiglio direttivo dell’ Agenzia. Sono convinto che la grande scommessa sia legata soprattutto alla gestione del patrimonio aziendale. È quello il vero asset. Bisogna investire in innovazione, avviando anche iniziative coraggiose.
Certo non è facile tenere sul mercato un’ impresa che un tempo viveva grazie a finanziamenti illeciti.
Questo è uno dei problemi principali: prendere una impresa mafiosa, ripulirla e renderla capace di stare sul mercato, di produrre reddito, occupazione e non essere solo qualcosa di destinato all’ emarginazione dal mercato e poi al fallimento.
Ci sono gli strumenti giuridici per un rilancio delle attività dell’ Agenzia?
Certo, la legislazione attuale ha consentito di rendere l’ Agenzia più strutturata, in grado di far fronte a una serie di problematiche. Ci sono quattro direzioni generali, due delle quali destinate alla gestione dei beni immobili e delle imprese confiscate. Abbiamo un organismo molto più complesso e completo rispetto a quello che era stato previsto quando è nata l’ Agenzia dieci anni fa, con un decreto legge dell’ allora ministro dell’ Interno.
Ha già una strategia?
Attendo il decreto del presidente della Repubblica, con cui sarà deliberata la nomina. Sicuramente l’ obiettivo primario è di fare in modo che le imprese producano profitto e reddito. C’ è da precisare che l’ Agenzia si trova a gestire anche società sostanzialmente inesistenti, le cosiddette cartiere. Scatole vuote create dalle mafie al solo scopo di coprire dei traffici illeciti. Poi ci sono quelle produttive. Dobbiamo partire da queste per invertire la tendenza che un’ impresa portata via alla mafia finisce per fallire. Noi dobbiamo riuscire a dare vitalità alle aziende confiscate, per consentire una continuità aziendale che mantenga i posti di lavoro e crei reddito. Una vitalità che avrà un grande significato simbolico e che rappresenterà un risultato straordinario.
Il curriculum di Bruno Frattasi
Foto tratta dal sito Anbsc