Di seguitola relazione di Rita Ghedini nell’assemblea di Cooperare con Libera Terra di venerdì 29 aprile scorso.
Care cooperatrici, cari cooperatori, gentili ospiti,
ringrazio tutti i presenti per aver voluto ritrovarsi ancora una volta intorno al progetto comune, nonostante le difficoltà di questo periodo storico tra una faticosa uscita dalla pandemia e la guerra che devasta le vite di milioni di persone e fa cadere, ancora una volta e più violentemente di altre, la nostra illusione di pace e gli alibi della nostra indifferenza.
Grazie quindi in modo speciale di essere intervenuti in questa sedicesima assemblea che abbiamo deciso di svolgere in modalità mista, coniugando al doveroso resoconto dell’impegno della nostra associazione, Cooperare con Libera Terra, ad un momento di condivisione culturale.
Con la performance “Ricordati di ricordare”, frutto di un laboratorio teatrale offerto, in accordo con Libera Sicilia e attraverso la collaborazione con la cooperativa Teatro Libero di Palermo, un gruppo di studenti del Liceo artistico Catalano di Palermo ci propone un momento in cui fare “memoria e impegno” insieme. Mi auguro lo possiate seguire numerosi al termine dell’assemblea. Ringrazio, a nome di tutti voi, le ragazze, i ragazzi, le insegnanti, gli insegnanti e il regista per la passione mostrata e la cooperativa La Baracca, socia dell’Agenzia, per l’ospitalità e la condivisione di valori e del percorso.
Mafie, pandemia e attacchi al riuso sociale
Anche nell’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia al Parlamento, sottolinea per la quarta volta consecutiva come, grazie alla pandemia da Covid-19, «le organizzazioni criminali si stanno muovendo secondo una strategia tesa a consolidare il controllo del territorio. Quest’ultimo fattore è ritenuto, infatti, elemento fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo di ricchezza. L’immediata disponibilità dei capitali illecitamente acquisiti dalle mafie potrebbe incidere, mediante le attività di riciclaggio, sulla capacità dei sodalizi di inquinare l’economia e di infiltrare la pubblica amministrazione per intercettare le risorse pubbliche immesse nel ciclo produttivo».
In particolare, lo studio sviluppato dall’«Organismo Permanente di Monitoraggio ed Analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso» – che evidenzia le principali variazioni societarie e il turn over di cariche e di partecipazioni nelle imprese, i trasferimenti di quote e di sede, nonché le variazioni di natura giuridica e/o del capitale sociale – rileva che «il settore maggiormente interessato da variazioni societarie di carattere generale è quello immobiliare, seguito dal commercio all’ingrosso, mentre per le società colpite da interdittiva il settore maggiormente interessato è rappresentato dalle società di costruzioni». L’esito dell’analisi dell’osservatorio «conferma come le variazioni societarie costituiscano uno strumento di cui le organizzazioni criminali spesso si avvalgono al fine di inquinare il tessuto economico produttivo. In proposito, si sottolinea che l’efficace attività di prevenzione amministrativa permette di intercettare i segnali di anomalia e di interdire l’operatività delle società infiltrate».
Risulta ormai chiaro da tempo, questa ne è solo l’ultima conferma, che le mafie si irrobustiscono nei periodi difficili e nelle crisi economiche che da esse ne derivano. Anche per questo risulta particolarmente preoccupante il ritorno, nel dibattito politico nazionale, a pochi giorni da un 21 marzo finalmente in presenza e con una grande partecipazione popolare, del tema della vendita dei beni confiscati. Ribadiamo con forza, che – come già previsto dal Codice Antimafia – la vendita debba rimanere assolutamente residuale, pratica utilizzata solo dopo aver agito con convinzione tutte le possibili strade per il riuso sociale e istituzionale di tali beni.
Per chiarire il concetto prendo a prestito le parole di Papa Francesco durante un incontro con Libera ad inizio aprile: «Il riuso sociale dei beni confiscati è un esempio virtuoso di risanamento e di pacificazione attraverso l’azione collettiva. Per lo Stato è un’opportunità per volgere lo sguardo alla sua gente creando opportunità dove prima non esistevano, perché il crimine organizzato si impone solitamente dove le istituzioni sono assenti o mal funzionanti. È anche un’opportunità per lo Stato di assumersi le sue responsabilità e riconoscere le sue omissioni; perché uno Stato che guarda solo a sé stesso, si confonde e si perde».
Restiamo convinti che la cooperazione rimanga la forma di impresa più coerente nel garantire la generatività dei percorsi di riuso sociale, pur senza alcuna pretesa esclusiva e ben consapevoli del valore del pluralismo e della molteplicità delle esperienze in quest’ambito che vedono un importante protagonismo del mondo associativo.
Il bilancio 2021
Veniamo ai numeri di Cooperare con Libera Terra.
Il bilancio del 2021 ha visto una crescita della contribuzione associativa è cresciuta rispetto agli ultimi esercizi. Di questo profilo contributivo voglio ringraziare tutte le cooperative e gli enti soci: il 2020 e il 2021 sono stati anni difficili per i bilanci di molti e il 2022 si presenta ancora con forti incertezze; si tratta perciò di un esito non scontato, che testimonia concretamente l’impegno dei soci a sostenere il progetto Libera Terra e i valori che afferma.
Sul fronte della base sociale, vi proponiamo di ratificare l’ingresso della cooperativa sociale Piazza Grande di Bologna, che già collabora da tempo in vari progetti con Libera Bologna e Cooperare con Libera Terra e che ha manifestato la disponibilità di mettere le proprie competenze al servizio delle realtà destinatarie dei nostri interventi, e della cooperativa Avola di Castel Maggiore, già legata al progetto Libera Terra come socio sovventore della cooperativa Pio La Torre Libera Terra fin dai primi anni della sua vita.
Per raggiungere i risultati che tutti ci aspettiamo in termini di consolidamento del valore prodotto da queste esperienze di rigenerazione economica e civile è fondamentale il vostro apporto, che non è mai venuto meno nonostante le numerose difficoltà di questo periodo storico. L’attività di collaborazione con i soci è proseguita, ma riteniamo debba acquisire maggior vigore il lavoro di condivisione del progetto di Libera Terra con tutto il movimento cooperativo, continuando a rafforzarsi, in un’ottica inclusiva per raccogliere nuove energie e nuove idee in favore della realizzazione di risultati concreti e durevoli.
Oltre ai consolidati rapporti diretti con diverse cooperative Coop Alleanza 3.0, Coop Reno, Unipol, Coopfond e Cadiai nel 2021 si sono poste le base per nuovi tutoraggi da parte dei soci dell’Agenzia, in particolare con la Granarolo di Bologna che ha ripreso il legame con Le Terre di Don Peppe Diana – Libera Terra che contribuì attivamente a fondare. Mi preme sottolineare il prezioso ruolo dei tutor Alessandro Alacevich, Giovanni Cozzi, Fatma Pizzirani, Graziano Rinaldini e Novella Spoglianti che ringrazio per l’impegno, la passione e le competenze che con generosità continuano a mettere a disposizione delle realtà Libera Terra. A loro, in questi primi mesi del 2022, proprio nell’ambito del supporto alla Don Peppe Diana, si è aggiunto un cooperatore di lungo corso ed esperienza come Valerio Orlandini che ha iniziato a mettere le proprie competenze al servizio di questo progetto.
Cari soci, cari tutor, il vostro appoggio continua ad essere fondamentale per far crescere imprenditorialmente le cooperative sociali di Libera Terra.
Continua a essere un elemento fondamentale il supporto finanziario, oltre al già citato Fondo Mutualistico di Legacoop, Coopfond, i supporti di Bper, Banca Etica, della “finanziaria Marcora” Cfi – Cooperazione finanza impresa e di Invitalia che prevede un intervento di finanziamento a tasso zero per le realtà che lavorano su beni confiscati grazie al Decreto ministeriale del 4 novembre 2016. In questo ambito stiamo continuando a supportare le cooperative attraverso l’interlocuzione con soggetti di sistema, consci che, per loro natura, le realtà cooperative che lavorano sui beni confiscati hanno difficoltà oggettivamente maggiori ad accedere alle fonti di finanziamento ordinarie.
Abbiamo bisogno di riflettere ed agire insieme per scegliere, in maniera determinata, i modi e le partnership per superare la dimensione di buona pratica, eccellente ma episodica, e mettere in campo azioni che consentano a percorsi e progetti il cui carattere trasformativo è oggettivamente documentato di scalare, di assumere una dimensione di replicabilità e diffusione significativa, per creare maggiore impatto dai progetti di riuso.
Il progetto Libera Terra
Il 2021, per le cooperative Libera Terra, è stato un anno difficile, con i bilanci fortemente influenzati dalla faticosa produzione agricola in molti comparti, ancora una volta duramente colpita da eventi climatici avversi che ormai fatichiamo a chiamare anomali, ma che pesano fortemente sulla produttività delle cooperative Libera Terra.
Continuano a soffrire in maniera generalizzata le strutture ricettive gestite dalle cooperative, che non hanno ancora raggiunto i numeri di presenze e fatturato pre-pandemici, pur continuando a sostenere spese di gestione importanti. L’attività di testimonianza e di memoria delle vittime innocenti è proseguita secondo profili differenti, coniugate alle modalità classiche.
Considerando l’aggregato delle Cooperative Libera Terra e del Consorzio Libera Terra Mediterraneo, le vendite sono tornate a crescere e il fatturato complessivo ha superato nuovamente i 7 milioni di euro, segnando una crescita di oltre 100.000 euro rispetto all’anno precedente, valorizzando le principali materie prime conferite dalle cooperative in misura superiore alla media di mercato, consentendo, nonostante le difficoltà a mantenere margini, di ridistribuire un buon valore aggiunto ai soci. La struttura consortile continua a confermarsi capace di adattarsi in maniera celere ai mutamenti di mercato. Il risultato è ancora una volta composito e frutto di una crescita delle vendite online che hanno superato i 600.000 euro di fatturato (+21% sul 2020 che aveva già segnato una crescita del 47% sul 2019), una ripresa del settore Horeca (+20%) e dell’export che ha superato i 700.000 euro di fatturato (+36%), raggiungendo come nell’online il record storico, che hanno più che compensato una flessione nella grande distribuzione organizzata.
Il marchio Libera Terra continua a garantire qualità e a migliorare il proprio posizionamento qualitativo.
Il settore vino conferma ottime performance, confermandosi ai migliori livelli sul mercato; la pasta ha raggiunto la vetta per qualità nell’annuale classifica della rivista Altroconsumo, superando brand ben più noti a livello globale e simbolo del made in Italy; la mozzarella di bufala Libera Terra ha vinto il premio come miglior Dop campano, mettendosi alle spalle caseifici che hanno fatto la storia di questo prodotto apprezzato e invidiato nel mondo.
Questo trend, in un mare molto agitato e con cambiamenti rapidi come mai era accaduto nella storia, conferma la qualità dell’azione consortile nel supportare le cooperative Libera Terra.
I dati aggregati delle 9 cooperative, che in questi giorni sono stati approvati nei consigli di amministrazione, mostreranno il mantenimento del patrimonio vicino ai 4 milioni di euro; il fatturato aggregato continua ad essere superiore ai 4 milioni di euro, con una sostanziale tenuta economica, segnata però da difficoltà in diverse realtà.
Per quanto concerne il lavoro, nel sistema Libera Terra tiene l’occupazione, che nel 2021 ha visto impiegate 180 persone tra stagionali e fissi.
Ancora una volta, queste evidenze sono il frutto dell’aggregato di dati disomogenei tra le singole realtà, che registrano fra loro risultati diversi.
Persistono ancora criticità di gestione in alcune cooperative – aggravati da una serie ormai importante di anni di forte difficoltà produttiva – che richiedono attenzione ed intervento, attraverso una prosecuzione intensa dell’attività di monitoraggio e supporto dell’Agenzia, ancora fondamentale per sostenere la continuità nel tempo del lavoro di queste imprese, insieme all’apporto fattivo dei soci di Cooperare. In questa fase alcune realtà Libera Terra mostrano la necessità di ulteriori apporti di competenze e di risorse per superare le difficoltà – sia contingenti che strutturali – che si sono palesate e potersi rigenerare. Siamo attesi da mesi intensi di lavoro per consolidare e non disperdere in un momento di criticità ciò che in questi 16 anni abbiamo contribuito a costruire e, per farlo, abbiamo bisogno del vostro fondamentale supporto. La mission di Cooperare con Libera Terra è, infatti, il prezioso trasferimento di conoscenze e competenze che negli anni hanno aiutato a crescere questo progetto.
Si conferma, come punto di equilibrio e garanzia, il ruolo strategico del disciplinare di marchio Libera Terra che rimane strumento lungimirante nelle sue previsioni, come sottolineano le buone pratiche di gestione, anche riguardato alla luce della legge sulla crisi d’impresa, che nelle prossime settimane vedrà la sua graduale attuazione.
Anche l’allargamento del supporto a realtà che operano sui beni confiscati vicine a Libera si è confermato occasionale, anche per la vocazione ibrida di molte di esse, connotate prevalentemente da una missione associativa, che fatica a declinare un progetto imprenditoriale. Ciò nonostante la disponibilità e l’impegno anche verso queste realtà deve proseguire ed intensificarsi, perché il valore del progetto di Cooperare si estrinseca, anche attraverso contaminazioni e collaborazioni, nell’affermazione di una cultura diffusa dell’attivazione civica e dellimpreditorialità, che consenta di rigenerare valore e valori dal maltolto.
Promozione cooperativa e cultura della legalità
Cooperare con Libera Terra ha proseguito la collaborazione con il mondo dell’istruzione, attraverso alcune testimonianze nelle scuole superiori all’interno del progetto Vitamina C di Legacoop Bologna e Legacoop Imola, che proseguono tutt’oggi, alternando modalità online e in presenza, e che nel 2021 ha coinvolto alcune centinaia di ragazze e ragazzi.
È proseguita la collaborazione con l’Università di Bologna, in particolare con la facoltà di Giurisprudenza, ospitando il tirocinio per tesi della dott.sa Laura Serra nell’ambito del Master in “Gestione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati. Pio La Torre” diretto dalla Prof.sa Stefania Pellegrini.
Sempre nel corso dell’anno, l’Agenzia è stata oggetto di uno studio da parte della business school Iese di Barcellona all’interno di un progetto di dottorato sul mondo Libera Terra, di cui speriamo di potervi trasferire a breve gli elaborati.
Inoltre, in occasione dei 20 anni del progetto Libera Terra, abbiamo animato a Palermo un confronto su «Dalla legge 109 al riuso sociale dei beni confiscati» con le riflessioni di Don Luigi Ciotti, del Prefetto Bruno Corda – direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata -, Antonio Balsamo – già consigliere giuridico all’Onu e presidente del Tribunale di Palermo – e vari gestori di beni confiscati.
Nel corso dell’esercizio sono stati svolti interventi e testimonianze in eventi al fianco di Libera o organizzati dai soci dell’Agenzia.
Uno sguardo al futuro
Detto dell’importante lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi con le cooperative Libera Terra, dobbiamo necessariamente soffermarci sulle potenzialità non sfruttate che ancor oggi sono nei beni confiscati.
In capo all’Agenzia nazionale sono in gestione oltre 22.000 beni; un numero che supera abbondantemente gli oltre 19.000 beni già destinati.
A partire da alcune richieste di Libera, abbiamo avviato nel 2021 alcuni sondaggi per analizzare la fattibilità di percorsi di riuso sociali in quattro beni confiscati fra Emilia-Romagna e Toscana.
Nel senese, la Tenuta di Suvignano – oggi gestita attraverso un ente regionale senza farne né riuso istituzionale, né tantomeno sociale – rappresenta un progetto dalle grandi potenzialità sia dal punto di vista agricolo che turistico. Si tratta di un complesso confiscato dal giudice Giovanni Falcone, di cui ricorre il prossimo 23 maggio l’anniversario della morte per mano mafiosa, composta da circa 650 ettari di terreno perlopiù adibito a seminativi e numerose strutture – ristrutturate o in fase di riqualificazione – destinate ad uso turistico.
A Riccione, l’ex Hotel Smart si presenta in un ultradecennale stato di abbandono e incuria, ma allo stesso tempo in una zona ben servita, ad alta intensità turistica e con potenzialità decisamente alte. Agire un riuso sociale avrebbe inoltre un elevato valore politico, visto che tutti gli indicatori ci mostrano come quello turistico sia uno dei settori maggiormente a rischio di infiltrazione.
Al fianco di Libera, stiamo supportiamo il percorso di Villa Celestina a Bologna, nell’ambito della riqualificazione della casa del custode, mentre sulla villa – oggi un rudere – è stato avviato un importante piano di riqualificazione da parte del Comune.
Infine, a Longastrino di Argenta (Fe) si trova un bene confiscato che lo scorso 21 marzo è stato riconsegnato dall’Anbsc alla comunità per farne riuso sociale. In questo complesso, composto da una casa indipendente, una stalla per ovini, strutture ad essa funzionali e un’ampia area cortiliva, opera un’azienda che si trova in fase di sequestro. Si tratta dunque di un bene simbolico, per cui Libera Emilia-Romagna ha deciso di organizzare lì l’appuntamento regionale della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che, come Cooperare con Libera Terra col supporto di alcuni soci come Coop Alleanza 3.0 e Coop Reno e del consorzio Coerbus, abbiamo contribuito a organizzare. Insieme a Libera abbiamo avviato un’interlocuzione, speriamo proficua, con l’Amministrazione comunale e l’Amministrazione giudiziaria, ma per agire un progetto di riuso sociale compiuto e duraturo sarà necessario il coinvolgimento dei soci dell’Agenzia, a partire da quelli limitrofi.
Le sfide che ci aspettano sono dunque molteplici e rese ancor più difficili ed ambiziose dal contesto. Come ci ricorda spesso Don Luigi Ciotti, è però necessario uno scatto in avanti, uno sforzo comune, utile alle nostre comunità, ma anche a noi per rigenerarci attraverso l’impegno quotidiano. Il miglior antidoto per non degenerare. Ancora una volta, abbiamo bisogno di farlo di più e, sicuramente, continuare a farlo insieme.
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Al termine dell’assemblea soci di Cooperare con Libera Terra, si è tenuta la performance teatrale Ricordati di Ricordare.